Fototerapia

Foto di Valentina Villani

L’utilizzo della fotografia in psicoterapia costituisce un potente veicolo che facilita l’espressione di emozioni, pensieri e vissuti del paziente, anche quelli di cui non è consapevole a un primo sguardo.

La possibilità di utilizzare le immagini all’interno della psicoterapia, oltre a essere estremamente stimolante, costituisce un valido strumento per favorire una comunicazione profonda tra paziente e terapeuta attraverso metafore e simboli visivi, più immediati rispetto al verbale. L’analisi delle fotografie funge da acceleratore di introspezione, emotività e connessione e fa inoltre emergere l’unicità con cui ognuno di noi interpreta la sua realtà.

Negli anni ’70, la psicologa e fotografa Judy Weiser fondatrice e direttrice del Phototerapy Centre di Vancouver in Canada si rese conto di come le fotografie riuscissero a toccare i luoghi dell’anima, laddove non arrivavano le parole. Spesso il dialogo psicoterapeutico si ferma ai contenuti della ragione, oltre i quali non riesce o si rifiuta di andare: le immagini osservate e create riescono a rievocare nel paziente un universo di emozioni che diventano così materiale prezioso all’interno del percorso terapeutico.

Judy Weiser dopo anni di sperimentazioni, videoregistrazioni e trascrizioni di casi clinici, arrivò a definire cinque tecniche, le PhotoTherapy Techniques, collegate tra loro ma anche indipendenti:

  1. PHOTO-PROJECTIVES: il terapeuta propone al paziente alcune fotografie come strumento proiettivo.
  2. FOTOGRAFIE SCATTATE O RACCOLTE DAL PAZIENTE: il paziente porta alcune fotografie in risposta a temi proposti dal terapeuta.
  3. FOTOGRAFIE DEL PAZIENTE SCATTATE DA ALTRE PERSONE: le fotografie scattate da altre persone permettono di lavorare sull’immagine del paziente vista da un punto di vista esterno.
  4. ALBUM DI FAMIGLIA: mostrano come gli individui siano inseriti all’interno del sistema familiare, si lavora con fotografie che parlano della storia, dei segreti e dei miti della famiglia del paziente.
  5. AUTORITRATTI: costituiscono una rappresentazione che il paziente fa di sé senza alcuna contaminazione esterna.

La fototerapia utilizza la fotografia come strumento di comunicazione piuttosto che come espressione artistica, per questo motivo non sono richieste un’esperienza anteriore con la macchina fotografica o particolari abilità nell’arte fotografica. Secondo Judy Weiser la foto è una rappresentazione simultanea della parte pensante e della parte in grado di provare sentimenti delle persone.

I confini di ogni fotografia definiscono non solo una finestra affacciata sull’immagine ma anche una finestra che si apre sulla mente di colui che la osserva”. Judy Weiser