Insonnia: tipologie e classificazioni

Psicologo Psicologa Psicoterapeuta Roma Monteverde Portuense Valentina VillaniNonostante sia difficile ottenere informazioni precise sul numero di persone che soffrono d’insonnia, sulle cause e sulla gravità del disturbo, si può comunque affermare che un numero considerevole di individui ne soffre o ne ha sofferto anche solo occasionalmente.

L’esistenza dell’insonnia potrebbe essere attribuita a ragioni evolutive. La maggior parte degli animali dorme e si sveglia secondo i propri ritmi: con l’aumentare del debito di sonno e il diminuire dei meccanismi di allerta essi si sentono stanchi e si mettono a dormire. Negli esseri umani alcune parti del cervello riescono a tenere a bada la sonnolenza anche quando i meccanismi di allerta dell’orologio biologico non sono in funzione come ad esempio nelle situazioni di emergenza in cui è necessario allungare i limiti della veglia. Ma il prezzo che paghiamo per questo vantaggio evolutivo è forse il rischio di soffrire d’insonnia.

Gli specialisti del sonno tendono a classificare l’insonnia tenendo conto di tre distinti parametri: la durata, le cause e la tipologia.

Sulla base della durata è possibile individuare due categorie di insonnia: i casi transitori, che vanno da pochi giorni a una o due settimane, e quelli cronici, che perdurano mesi o anni. Sono classificazioni sicuramente utili, anche se a volte un po’ troppo rigide. Le persone possono avere qualche notte di sonno disturbato, poi alcune notti di sonno normale, poi nuovamente una serie di notti difficili. Nel momento in cui un individuo accusa più di un episodio di insonnia transitoria, le variazioni possibili del disturbo sono praticamente infinite. Tra le circostanze più comuni nelle quali il sonno può essere temporaneamente disturbato, vi sono condizioni di sovraeccitazione dovuta a stress emotivi e preoccupazioni, sconvolgimenti dei ritmi biologici dovuti a cambiamenti di fuso orario o di turno lavorativo, e fattori ambientali come dormire in un luogo nuovo o rumoroso. Già dopo una sola notte di cattivo sonno ci troviamo in pessima forma e svolgiamo i compiti abituali in modo molto meno soddisfacente del solito. Uno stato di stanchezza estrema fa apparire insormontabile anche la più piccola difficoltà e, se il sonno continua a sfuggirci, nel giro di pochi giorni diventiamo pericolosi per noi stessi e per gli altri: aumenta la predisposizione agli incidenti d’auto, per non parlare dei potenziali disastri che macchinisti e piloti di aerei potrebbero provocare lavorando in condizioni di deprivazione di sonno.

Tra le cause di insonnia persistente vi può essere un’alterazione del ritmo sonno-veglia ma non solo, può infatti essere associata a problemi psicologici, affettivi e psichiatrici oppure a disturbi fisici come la sindrome delle gambe senza riposo, reflusso gastroesofageo e fibromialgia, o ancora disturbi diagnosticabili con un esame polisonnografico come l’apnea del sonno.

Sulla base delle possibili cause si possono poi distinguere l’insonnia primaria e quella secondaria.

Fanno parte dell’insonnia primaria due distinti disturbi: l’insonnia psicofisiologica e l’insonnia idiopatica. La prima viene individuata quando il paziente descrive una situazione di ansia e tensione riguardo a tutta la situazione dell’andare a letto e mettersi a dormire e vi è un’attenzione quasi ossessiva nei confronti di questo problema. Spesso queste persone riescono a dormire meglio in situazioni insolite piuttosto che nel proprio letto in quanto in un ambiente estraneo vengono a mancare gli elementi che di solito creano ansia. Questo tipo di insonnia prevede anche una serie di conseguenze nel periodo di veglia diurna come irritabilità, ansia e depressione.

L’insonnia idiopatica invece consiste in un’incapacità permanente di dormire adeguatamente che si manifesta fin dall’infanzia.

L’insonnia secondaria invece è dovuta a malattie fisiche o problemi psicologici come la depressione.

In base alla tipologia si possono distinguere un’insonnia iniziale che si manifesta come difficoltà ad addormentarsi, centrale, caratterizzata da frequenti risvegli durante la notte e tardiva, contraddistinta da un risveglio mattutino precoce.

Il trattamento dei vari tipi di insonnia non è affatto semplice, in particolar modo per coloro che soffrono di insonnia cronica. Al di là delle tecniche generiche per alleviare l’insonnia come il miglioramento dell’igiene del sonno, le tecniche di rilassamento e di riduzione degli stimoli,  l’ipnosi, le erbe e i rimedi casalinghi, ma anche l’utilizzo della melatonina o dei farmaci, è importante cogliere le differenze individuali in modo da poter applicare l’esperienza al singolo caso e realizzare cure personalizzate adeguate.

Dott.ssa Valentina Villani

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